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DORA PALUMBO

sindaca

Chiediamo il ritiro immediato delle ordinanze sulla somministrazione di alcolici

Dora Palumbo, consigliera comunale e candidata sindaca di Sinistra Unita per Bologna, chiede il ritiro dell’ordinanza che vieta la vendita di alcolici dopo le 18 nei piccoli negozi del centro città e di alcuni quartieri. È un provvedimento vessatorio e classista, malamente mascherato in termini di ordine pubblico, o ancor peggio di salute pubblica.

Già quando veniva introdotta, il tentativo di motivarla in termini di contenimento pandemico ci è sembrato debole e pretestuoso: si tratta di un’ordinanza che ha il chiaro scopo di disincentivare non certo il consumo di alcolici in sé, ma una forma specifica di vendita e di consumo.

Infatti, non è il consumo di alcolici ad essere disincentivato, ma il consumo di alcolici a basso prezzo. Allo stesso tempo è evidente, anche nella formulazione di questa ordinanza, il fatto che si rivolge a un commercio specifico, ovvero ai minimarket e ai negozi di alimentari, favorendo in modo sleale la grande distribuzione.

Se possibile ancor più grave degli intenti classisti malamente mascherati di questa ordinanza, è la totale illogicità ed inadeguatezza del provvedimento stesso. Non solo è una politica classista, ma è una politica classista e incompetente. Perché è una politica che crea disagi a tutte le persone che vivono in centro e nei quartieri interessati, per cui dopo le 18 – a seconda della metratura del supermercato vicino a casa – diventa impossibile acquistare una bottiglia di vino o una birra da accompagnare alla cena o da portare a casa di amici.

Per comprendere la totale illogicità di questo provvedimento, basta ritrovarsi in qualsiasi minimarket, alimentari o supermercato sottoposto all’ordinanza dopo le 18: ogni giorno si assisterà allo stupore di chi per la prima volta si confronta con questa ordinanza, che dopo mesi ancora genera un sentimento di incredulità di fronte alla portata di tanta incompetenza politica.

“E pensare– commenta Dora Palumbo – che ci sarebbero politiche ragionevoli da introdurre sul tema della vendita degli alcolici. Se invece di concentrare gli sforzi politici in direzioni securitarie e consumistiche si iniziasse a ragionare in termini di consumo sostenibile, per esempio, si potrebbe discutere della possibilità di introdurre i vuoti a rendere, che in molte filiere di produzione e consumo alternative e locali vengono già implementate con successo. Il vuoto a rendere è una politica che potrebbe essere estesa a tutte le bibite, alcoliche o meno, e che avrebbe un impatto importante in termini di riduzione dei rifiuti e di sostenibilità ambientale”.